PIEDE PIATTO VALGO

Con il termine piede piatto si intende un abbassamento della volta plantare. Spesso a questa condizione si associa un valgismo del retropiede , (guardandolo da dietro il tallone appare inclinato verso l'interno), e una abduzione dell' avampiede , (la parte anteriore del piede appare lievemente deviata verso l'esterno). E' caratterizzato dal valgismo del retropiede con associato atteggiamento in piattismo . Per definire una tale situazione e' indispensabile fare riferimento all' eta '. Fisiologicamente il bambino ha un valgismo di 12 gradi-15 gradi all'inizio della deambulazione che poi si modifichera' a 5 gradi- 7 gradi solo dopo i 5-6 anni. Il piede piatto è molto frequente; nelle visite scolastiche più del 50% dei bambini ne risultano affetti, anche se nella maggior parte dei casi ciò è implicabile ad una insufficienza muscolare che tende a migliorare spontaneamente. I bambini nascono infatti con un piede tendente al piatto, a causa dell'abbondante tessuto sottocutaneo della pianta del piede; piano piano , con la deambulazione e con l'azione dei muscoli, le ossa del piede si dispongono ad arco; questa progressiva, naturale azione " cavizzante ", tuttavia può essere influenzata negativamente dall'uso di scarpe ginniche, o, peggio ancora, dall'uso di scarpe, (attualmente molto in voga), con suole di gomma estremamente spesse e rigide che annullano qualsiasi "informazione" tra suolo e piede.

Per far diagnosi di piede piatto occorre un esame clinico, (con la positività di alcuni tests , come quello della mancata correzione del valgismo del tallone e della volta plantare quando il paziente si erge sulle punte), un esame al podoscopio , (per valutare l'appoggio plantare),ed eventualmente una radiografia dei piedi sotto carico, (cioè in stazione eretta). Sull'uso di plantari, (rieducazione statica), nella cura del piattismo esistono pareri discordanti: mentre nell'adulto avrebbero essenzialmente un'azione preventiva, (il piattismo è infatti considerato una condizione pre-artrosica ), nel bambino aiuterebbe la correzione , o quantomeno eviterebbe un peggioramento, anche se non bisognerebbe eccedere con l'uso, per non sottrarre le sollecitazioni positive date dal contatto tra il suolo e il piede, (le cosiddette "informazioni propriocettive ").

Accordo unanime invece sulla cosiddetta rieducazione dinamica, cioè sugli esercizi da far fare al bambino:
- pedalare togliendo le palette ai pedali del triciclo;
- camminare sulle punte, sui talloni, sul margine esterno dei piedi;
- camminare a piedi nudi sulla sabbia;
- afferrare piccoli oggetti con le dita dei piedi;
- stropicciare con le dita dei piedi un panno steso a terra;
- utilizzare zoccoli con la fibbia larga, (in maniera che il bambino, per non perdere lo zoccolo, è costretto ad esercitare una trazione con le dita dei piedi sul rilievo dello zoccolo).
Tutti questi esercizi vanno cominciati intorno ai 4-5 anni di vita. Raramente, infine, il piattismo può comparire in età adulta, a causa dell'obesità, (specie in soggetti con predisposizione rappresentata da lassità legamentosa ), o a causa di squilibri muscolari, (patologie neurologiche, come ad esempio la spina bifda ), o ancora a causa di prolungati periodi di inattività degli arti inferiori, (in questo caso sarebbe opportuno prevenire tale evenienza con l'uso di plantari specifici).Solo in casi estremi può essere presa in considerazione la possibilità di un intervento chirurgico.

Correzioni chirurgiche

Quando il piede è piatto per ricreare l' arco è sufficiente una vite. Fissata nella caviglia impedisce l'eccessiva rotazione interna dell'articolazione e il conseguente appiattimento della volta plantare. Basta una anestesia regionale, una incisione cutanea millimetrica appena sotto la sporgenza del malleolo laterale e sotto il controllo di un visore radiologico il perno metallico viene avvitato ad hoc nell'osso del piede ( il calcagno ). Non del tutto: una parte deve restare sporgente per svolgere l'azione di stop. Il perno infatti non permette all'arco plantare di cedere verso l'interno e di appiattirsi, ma concede solo l'escursione articolare desiderata. Una soluzione chirurgica che ricorda un pò il modo di limitare il movimento di una porta fissando nel pavimento, con una vite, appositi pomelli di gomma. Ben diversi gli interventi tradizionali: alcune ossa del piede vengono unite tra di loro o segate e le loro piccole articolazioni soppresse in modo da ricreare la normale curvatura del piede.

Risultati

Ottimo quello estetico, ma dal punto di vista funzionale l'arco del piede risulta irrigidito e la sua importante funzione di ammortizzatore del piede compromessa. Non solo: si tratta di interventi più invasivi che richiedono un prolungato periodo di riposo e riabilitazione. Nessun disturbo è arrecato invece dalla presenza nella caviglia del perno metallico posizionato diversi millimetri sotto pelle. Tanto che il giorno successivo all'intervento possono essere già concessi i primi passi . Nei bambini questo tipo di intervento può essere compiuto già, a partire dall'età di otto, dieci anni e la vite rimossa a sviluppo scheletrico ultimato. Nessun timore di recidiva: il piede, corretto dalla vite durante il periodo dell'accrescimento, conserva la posizione voluta senza bisogno di ulteriori accorgimenti. Nell'adulto invece questo risultato non è garantito e il perno metallico di norma non viene rimosso.